martedì 16 ottobre 2012

La cassiera post-moderna.

Recentemente è comparsa ai miei occhi la cassiera post-moderna.
A dire il vero già presente da tempo nel mondo del retail, ma che si è affermata solo recentemente, nel giro di questi ultimi dieci anni, anche grazie all'arrivo per nostra disgrazia o fortuna della grande distribuzione.

Proprio l'altro giorno ero in un famoso negozio di una famosa catena della quale non farò il nome, sta di fatto che inizia con Z e finisce con A.
Sarà stato che era troppo pieno di peruviani, sarà stato che quel giorno ero particolarmente acido, sarà stato che forse i cambi non sono il suo forte, ma sta di fatto che ho atteso in cassa la bellezza di 12 minuti -che sono veramente tanti quando devi solo fissare la parete- perchè non si riusciva a fare sto benedetto cambio, e senza un grazie od un a presto, mi APPALLOTTOLA il pantalone e me lo butta nel sacchetto come se fosse il pollo avanzato ieri da buttare nel sacchetto dell'umido.

Ora dico, non saranno tanti, ma quei 70 euro te li ho spesi, quel cazzo di cambio me lo sono fatto da solo perchè se aspettavo le tue colleghe che mi spiegassero le taglie facevo notte, eppure tu, cassiera post-moderna mi tratti con superficialità ed io lo odio. Daltronde come posso dire, non mi sono fatto assumere io per fare cassa 8 ore al giorno che poi sarai sicuramente part-time e sottopagata con lo sconto del 15% sugl'acquisti ma senza nememno la quattordicesima.

Quindi con la grazia della quale madre natura mi ha dotato, mi sono preso a quel punto il MIO tempo per rimediare all'errore davanti ai suoi occhi perennemente vuoti e disattenti per ripiegare almeno decentemente il mio acquisto e dimostrarle che le cose fatte male occupano lo stesso tempo di quelle fatte bene.

xx Steve.

1 commento:

  1. Che poi, diciamocelo, quest'anno Z**A avanguardia pura: le borchie. Non si erano mai viste. Forse era frustrata per quello. Non avrebbe tutti i torti.

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